Quando si parla di tappeti erbosi con finalità “professionali” come i campi sportivi, la manutenzione gioca un ruolo fondamentale. Il taglio, che nel caso del giardino dietro casa è quasi un’operazione routinaria, in ambito professionale deve essere eseguito con metodiche e tecniche ben definite.
L’altezza di taglio (assieme alla frequenza), ad esempio, discrimina nettamente il mondo “amatoriale” da quello professionale.
Una altezza di taglio molto bassa, ad esempio di poco più di 5 mm, viene generalmente effettuata per alcuni manti erbosi ad uso sportivo, come i green dei percorsi di golf, i campi di bocce in erba e i campi di tennis in erba. Negli sport che implicano la corsa di una palla (calcio, football, rugby, baseball, golf ecc.), inoltre, il taglio basso dell’erba ne favorisce il raggiungimento della massima velocità possibile di quest’ultima.
Altro aspetto interessante è il rimbalzo legato al diametro della palla stessa: nel caso del golf, del baseball e del tennis, dove si usano palle di diametro molto inferiore a quello del calcio, l’altezza di taglio influisce in modo determinante sul rimbalzo, sulla distanza raggiunta e sulla velocità di rotolamento.
Nel golf in modo particolare l’altezza di taglio influenza in modo determinante il gioco, tanto che i manutentori solitamente arrivano a tagliare l’erba ad altezze quanto più vicine possibili al minimo sopportabile dalla specie o dalle specie costituenti il tappeto erboso, una bassa altezza di taglio consente infatti di controllare meglio i colpi.

In linea generale, quindi, l’altezza di taglio in un dato tappeto sportivo o in tappeto ad uso funzionale, è nella maggior parte dei casi il miglior compromesso tra le necessità tecniche del gioco in questione e le esigenze agronomiche delle specie utilizzate.
L’altezza di taglio di ogni singola specie deve variare durante il corso della stagione vegetativa per adeguare i processi fisiologici della pianta al mutare delle condizioni ambientali. Nei momenti di massima attività vegetativa è preferibile infatti tenersi sui limiti minimi di tollerabilità dal punto di vista delle altezze, per poi alzarli nei mesi invernali o durante un caldo periodo estivo quando l’essenza non è in grado di vegetare. In presenza di stress del tappeto (da logorio, da ombreggiamento, da temperature, da carenza idrica, ecc.) sempre consigliabile elevare l’altezza di taglio.
Il discorso cambia invece nel caso dei tappeti erbosi ad uso ornamentale, per i quali è infatti consigliabile assecondare le naturali richieste agronomiche delle specie impiegate in quanto il tipo di uso del tappeto non pone generalmente particolari limitazioni da punto di vista dell’altezza di taglio.
Le specie da tappeto erboso hanno una tolleranza molto differente rispetto all’altezza di taglio. Questa tolleranza è legata alle caratteristiche vegetative del culmo e delle foglie. Ad esempio, le specie a portamento strisciante quali gramigna o Agrostis stolonifera tollerano altezze di taglio più basse di quanto non possano sopportare specie a portamento più eretto e cespitoso come la Festuca arundinacea. Anche la crescita delle foglie può seguire uno sviluppo più verticale come nel caso di Festuca rubra o Zoysia oppure una crescita più orizzontale come nel caso di Agrostis stolonifera.

Anche una altezza di taglio eccessiva può causare problemi a certe specie: ad esempio specie a crescita prostrata come gramigna e Agrostis stolonifera devono avere un taglio basso, purché entro i limiti tollerati, altrimenti si favorisce la formazione del feltro.
Altra raccomandazione è di non alzare o abbassare in modo consistente l’altezza di taglio nel tardo autunno.

Fonti consultate

  • Tappeti erbosi – Edagricole (2006)
  • Manuale pratico per il manto erboso 2010. Comune di Bologna
  • Progetto, Impianto e Cura del Prato (Giunti, 2008)

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Massimiliano Danielli

«Bologna è una città con forti radici nel mondo rurale, è tradizionalmente legata alla terra ed alla campagna e forse anche per questo i cittadini bolognesi apprezzano molto gli sport che si praticano su impianti in erba naturale, che rimandano ad antichi profumi come quello dell’erba appena tagliata». Questo il pensiero di Massimiliano Danielli, responsabile dell’U.I. Sport – Settore Edilizia e Patrimonio del Comune di Bologna, al quale abbiamo posto alcune domande.

Dott. Danielli, che rapporto hanno i cittadini bolognesi con gli sport che si praticano su prato?
Il cittadino bolognese è naturalmente spinto all’utilizzo del prato naturale perché Bologna vanta una grande tradizione e competenza nella manutenzione di questo genere di superficie. La prima squadra di calcio cittadina gioca in uno stadio, il Renato Dall’Ara, che è sempre stato ai vertici della categoria come qualità del terreno di gioco e che peraltro è stato rizollato completamente questa estate a conferma della tradizione sportiva locale. Un’altra eccellenza cittadina è lo stadio del baseball Gianni Falchi, teatro di scontri epici che, sia nel passato sia nel presente, hanno portato la nostra città al vertice in Italia e in Europa. La eccellente qualità di questo terreno di gioco ha consentito ai cittadini bolognesi di poter assistere anche a partite di campionati mondiali ed europei.

Vedere i propri idoli sportivi giocare e vincere su prati naturali ha indotto le giovani leve e le famiglie ad apprezzare i vantaggi di questo genere di struttura. Non dimentichiamoci inoltre che il cittadino bolognese è tradizionalista: aver giocato in cortile da bambino fa apprezzare la pratica dello sport su erba naturale.

Lo stadio Renato Dall’Ara

Bologna vanta una buona percentuale di verde attrezzato e aree sportive all’aperto (10% sul totale del verde urbano), è un valore destinato a crescere?
A Bologna c’è un buon equilibrio tra zone rurali e area metropolitana, questo ci permette di avere oggi diverse soluzioni di verde attrezzato e di aree sportive all’aperto in tutte le aree della città.

L’Amministrazione Comunale però non si sta accontentando di quanto già ottenuto nel corso dei decenni passati quando c’erano più possibilità di creare nuovi impianti e di attrezzare nuove aree. Oggi, pur con minori risorse economiche, si sta lavorando a diversi progetti di ristrutturazione ed ampliamento di impianti esistenti.

 

Può segnalarci delle iniziative future del Comune per mettere ancora più in sinergia il verde urbano e lo sport?
Già da diversi anni l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Bologna e con le società, associazioni ed enti di promozione presenti nel territorio, promuove Parchi in Wellness (fino al 2016 denominato Parchi in Movimento), un progetto che offre la possibilità di praticare movimento all’interno dei parchi e dei giardini pubblici della città, mediante appuntamenti gratuiti settimanali. Parchi In Wellness è un percorso rivolto a tutti i cittadini, mirato alla diffusione della buona pratica del movimento, dell’attività motoria all’aperto, con l’intento di contribuire alla promozione della salute e del wellness, favorendo nel contempo la frequentazione e conoscenza dei parchi e dei giardini presenti sul territorio comunale.

Con questo progetto si vuole anche creare una continuità, anno dopo anno, delle attività motorie organizzate cosicché ogni Società sportiva “adotti“ uno o più parchi/giardini, cercando di trasportare in quell’area anche altre iniziative, facendoli diventare un punto di ritrovo attivo.
Alcune delle aree verdi scelte sono gestite e certificate secondo il metodo “Bio-Habitat”, attraverso una manutenzione di tipo biologico che consente di limitare l’inquinamento ambientale e, nel contempo, favorisce la biodiversità. Vorrei segnalare anche che i grandi eventi di promozione dello sport, “Bologna Sport Day” e “Italian Sporting Games” si svolgono negli ultimi anni all’interno del Parco cittadino dei Giardini Margherita e le manifestazioni sportive cittadine “Race for the Cure” e “Run Midnight” hanno scelto come luogo dedicato all’evento la prima i Giardini Margherita e la seconda i Giardini della Montagnola.

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